Si tende spesso a fare confusione tra pala e pinsa romana, confusione spesso dovuta sia alle informazioni contrastanti trovate sul web, che ad alcune pizzerie, che per marketing nominano in modo inappropriato i loro prodotti classificandoli in pala o pinsa romana nonostante deficitano delle caratteristiche distintive dei due prodotti.
Pala e pinsa sono in realtà prodotti molto simili, ma con alcune differenze, che sebbene siano sottili li contraddistinguono l’uno dall’altro.
Il prodotto più comune tra i due è la pizza in pala, prodotto di origine romana ma oramai largamente diffuso in tutta Italia ma anche nel mondo.
La pinsa, anch’essa tipica della tradizione romana, la si trova meno facilmente, se non appunto a Roma ed in poche altre pizzerie in Italia e nel mondo.
Al giorno d’oggi sono molto più diffuse e conosciute altre tipologie di pizza che rendono la pala e la pinsa prodotti di nicchia quindi non ancora conosciuti su larga scala.
I due prodotti, molto simili nella forma e nell’aspetto, vengono spesso confusi, complici alcune pizzerie che per pura strategia di marketing, data l’evidente crescita del fenomeno “pinsa” etichettano il loro prodotto come tale, con la speranza di suscitare quell’interesse e quella curiosità per il nome particolare al consumatore, che spesso e volentieri, inconsapevolmente si trova davanti ad una “pizza in pala”.
Facciamo subito chiarezza, la “PINSA” e’ un prodotto a marchio registrato, dall’azienda Di Marco, realizzabile solo ed esclusivamente, con l’originale mix di farine creato dall’azienda stessa, a base di: farina di grano tenero, farina di riso, farina di soia, e pasta madre disidratata.
L’azienda oltre a produrre questo particolare mix, produce anche basi di pinsa precotte, che vengono distribuite in Italia e nel mondo.
Capiamo quindi che tutto ciò che viene chiamato “pinsa” e non viene prodotto con il mix originale (semilavorato), non e’ nient’altro che l’imitazione del marchio stesso.
La complessità derivata dal calibrare le giuste percentuali di queste tre farine, delle quali sia quella di riso che quella di soia risultano essere prive di glutine, costringe alcuni pizzaioli ad utilizzare un mix diverso di farine utile ad ottenere un risultato che possa rendere il prodotto finale simile alla pinsa, ma che senza il corretto e autentico mix , non si puo’ definire né vendere per pinsa.
Il discorso sulla pizza in pala romana, e’ invece molto meno articolato, non esiste un vero e proprio disciplinare, quindi ogni pizzaiolo tratta l’impasto in modo diverso, si trovano pertanto impasti diretti oppure indiretti, con tipologie di farine differenti come farina 0, farina semi integrale, mix di farine bianche ed integrali, inoltre il lievito utilizzato può essere sia di birra che lievito madre.
In sostanza i due prodotti : pinsa romana e pala romana, si presentano simili in aspetto, forma, sezione interna (alveolatura), croccantezza e friabilita’ (dovute all’alta idratazione e alla doppia cottura) che le rende scioglievoli e molto leggere.
Il carattere distintivo dei due prodotti rimane esclusivamente il mix di farine che implica sapori e consistenze differenti, che nel caso della pinsa non sono replicabili se prodotti con mix differenti da quelli brevettati.
Una volta definito questo concetto è chiaro identificare tutto il resto come pizza in pala romana (sistemata su pala di legno e cotta su pietra).
La pizza in pala è un prodotto fantastico, largamente personalizzabile, molto apprezzato e facile da realizzare ed autoprodursi.
Quando in un ristorante vi proporranno la pinsa romana fate quindi molta attenzione, per capire se il prodotto che acquistate è realmente quello che cercate.
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